La Corte Europea di Giustizia conferma una sanzione esemplare per la Microsoft
La Corte Europea di Giustizia ha ordinato alla Microsoft di pagare una multa esemplare per il sostanziale monopolio sui desktop, che le ha permesso di tenere la concorrenza fuori dal mercato dei server-workgroup. Quattro anni fa, la Commissione Europea colpì il gigante del software con una multa di 899 milioni di Euro per il suo comportamento anticoncorrenziale. Nella sentenza di oggi, la Corte Europea di Giustizia ha deciso che questa multa senza precedenti era sostanzialmente giusta.
Per un decennio, la Free Software Foundation Europe ha partecipato al caso, anche per conto del team Samba, che ha fornito un server-workgroup basato su Software Libero, in concorrenza con il prodotto proprietario della Microsoft.
"Microsoft rimane un colpevole monopolista, ridotto a negoziare i termini della propria punizione", sostiene Karsten Gerloff, presidente della Free Software Foundation Europe. "La corte ha ridotto la multa di meno del cinque per cento. La Commissione Europea aveva ragione ad essere severa con Microsoft. Abbiamo lavorato sodo per sostenere la Commissione in questo caso, e siamo estremamente orgogliosi della vittoria ottenuta. Siamo grati al Samba Team, e a tutti gli altri, che si sono impegnati insieme a noi, e speriamo che la Commissione continui a sostenere un mercato dell'informatica aperto e competitivo."
Il caso mostra come Microsoft abbia fatto uso dei brevetti come una scusa per non rivelare i propri banali cambiamenti ai protocolli. La corte ha riconosciuto che l'azienda si sbagliava rifiutando di fornire accesso alle informazioni sull'interoperabilità a meno che la parte non acquistasse una licenza per i brevetti. Questo è un esempio di come i brevetti sul software nuocciano alla concorrenza anche se usati al di fuori dei tribunali.
"Sebbene la Microsoft abbia rigettato fino alla fine le nostre legittime richieste, abbiamo affermato il diritto all'accesso alle informazioni sull'interoperabilità da parte degli sviluppatori di Software Libero, come il Samba Team", sostiene Carlo Piana, consulente legale della Free Software Foundation Europe. "La decisione odierna stabilisce che avevamo ragione ancora una volta. Ricevere le informazioni sull'interoperabilità era un nostro diritto, non una concessione della Microsoft."
La minaccia per la competizione non è svanita. Microsoft continua i propri tentativi di controllo di parti ancora maggiori del mercato della tecnologia, ed altre aziende come la Apple hanno gli stessi obiettivi. L'azienda continua ad utilizzare brevetti per esercitare pressione sui concorrenti, traendo profitto dal loro lavoro. Essa usa anche nuovi approcci per impedire al proprietario di un computer di installare software di propria scelta sul proprio hardware. Per contrastare queste minacce, la Free Software Foundation Europe continuerà a lavorare per la libertà nella società dell'informazione, per gli interessi degli utenti e degli sviluppatori di Software Libero, ovunque essi siano.
Contesto
Dopo che la Corte Generale della Corte Europea di Giustizia ha confermato la decisione del 2004 della Commissione Europea, nel 2007 la Microsoft ha finalmente soddisfatto la disposizione di rilasciare in tempo informazioni accurate sull'interoperabilità ai concorrenti, in base alle cosiddette condizioni "Ragionevoli e Non Discriminatorie (RAND)
In seguito all'inadempienza di Microsoft rispetto ai termini fissati dalla Commissione, quest'ultima ha infine fissato l'ammontare della sanzione a 899 milioni di Euro, valutando che fino all'Ottobre 2007 Microsoft non abbia rispettato i propri obblighi ad offrire le condizioni previste dai termini RAND.
Microsoft ha contestato questa valutazione, appellandosi alla Corte Europea di Giustizia. L'azienda ha sostenuto che, le informazioni contenute nel software sarebbero innovative, in quanto coperte da brevetti. Di conseguenza, esisterebbe un diritto a pretendere dai concorrenti una sostanziale somma in denaro per l'accesso a dette informazioni. Non avendo ricevuto sufficienti informazioni, Microsoft avrebbe avuto diritto a definire prezzi elevati per le informazioni sull'interoperabilità, richiedendo royalty anche per la parte sul "segreto commerciale" che, su espressa richiesta della Commissione, non rientrava nei termini delle licenze per brevetti.
La FSFE ed il Samba Team (licenziatario delle informazioni sull'interoperabilità, o "WSPP", attraverso il Protocol Freedom Information Foundation) sono intervenuti nel caso negando che queste informazioni fossero "innovative". L'unico valore legato alle informazioni era quello di permettere una temporanea sostituzione dei servizi di rete, da creare attraverso la scoperta di dettagli minori dei protocolli, quando i concetti generali, la struttura e le decisioni tecniche erano ben comprese, e non erano innovative se prese singolarmente, così come non era innovativa l'idea di combinarle. La Corte ha sostenuto i rilievi della Commissione, considerando che: "La Microsoft ha praticamente continuato a rifiutare agli sviluppatori di Software Libero qualunque accesso alle informazioni relative all'interoperabilità, il che non era riconosciuto dalla lettera in parola come facoltà legittima".
Contatti
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